Noir
Ciao Noir, quando e come hai iniziato a disegnare su muro?
Ciao a tutti. Inizialmente mi sono avvicinato alla musica hip hop e a tutto quello che ci orbitava attorno (assieme ad un gruppo di coetanei del mio paesello) cimentandomi nelle allora chiamate ‘4 discipline’ (lol) attorno al 1998.
La mia tag era Shetro (abbreviato poi in Shet, Scet ed i vari anagrammi che si possono derivare). Ho fatto le mie prime tag e i miei primi marcissimi outline a spray nel 1998 ma il mio primo ‘tentativo’ di graffito risale al 1999.
Una sera d’estate dello stesso anno ho conosciuto Treno (anche lui viveva nelle mie zone) lui stava già combinando qualcosa di decisamente più ‘concreto’ rispetto ai miei primi sporadici tentativi.
Legammo da subito e per anni abbiamo disegnato assieme con grande assiduità spostandoci qua e là per il nord Italia.
Nel 2000 avevamo il nostro primo vero ‘Hall of Fame’ e ci disegnavamo un giorno sì e uno no. Erano gli anni delle superiori ed a scuola andavo poco e quando ci andavo facevo ‘bozzetti’ tutta la mattinata ed il pomeriggio andavo a disegnare.
A Brescia (nello storico ritrovo in Piazza Vittoria) ho avuto i primi confronti con altri Writers della scena, susseguono le prime murate in giro per la provincia, le prime jam nelle altre città…Nel 2001 il primo pannello (con fugone finale ovviamente) da quel momento la mia vita cominciò a ‘girare’ in funzione del writing.
Nel 2002 (con il compare Treno) entrammo in MB42, da sempre per noi gruppo di riferimento…far parte di questa storica realtà mi galvanizzò molto e fu sicuramente anche un grande stimolo per la mia produzione.
Dal 2003 una discreta ‘scimmia’ mi spingeva a spostarmi per disegnare e anche la semplice vacanza o gita fuoriporta doveva includere la possibilità di disegnare…in conclusione per un decennio abbondante ho ‘colorato’ con assiduità i sistemi di mezza Europa.
Assorbito dal lavoro, dalla voglia di realizzarmi in un altro ‘settore’ e sempre più focalizzato su altre ricerche visive (che oggi fanno parte del mio lavoro) dal 2014 ho cominciato ad essere meno costante ed attivo (fino alla praticamente inattività totale odierna).
Cosa contraddistingueva quello che facevi? Come si è evoluto il tuo stile col tempo?
Lasciando perdere i primi periodi in cui sgraziate lettere e forme venivano chiuse con approssimativa tecnica, il mio target principale è sempre stato il metallo e di conseguenza anche lo stile doveva adattarsi a questa cosa.
Dal punto di vista stilistico agli inizi la forte influenza veniva dagli end2end degli FBL (che in sostanza era quello che vedevo girare sulla linea del ‘Gamba di legno’) e da quello che vedevo sulle poche riviste di settore che si potevano reperire al paesello (per esempio Aelle).
Tecnicamente ho passato varie fasi di ‘ricerca’ con diverse lettere/tag, ‘out sporche’, tappi originali, lettere concettuali, forme in contrapposizione, stick sottilissimi e parti piene ed altre sperimentazioni.
Mi interessava molto la forma e la contrapposizione tra ‘pieni’ e ‘vuoti’ e la ricerca di un qualcosa di originale, di ‘mio’ che si riconoscesse.
Hai qualche ricordo dei primi anni in cui disegnavi? Come si passava il tempo?
Io vengo da un paesello di provincia quindi i primissimi anni senza patente erano contraddistinti da infiniti viaggi in motorino per andare a prendere i colori, tutto il giorno in hall of fame e le lunghe trasferte in treno per andare alle jam e zero soldi in tasca!
I social non esistevano e probabilmente potrebbero essere l’antitesi della figura del writer di quel tempo, schivo e contro ogni tipo di esposizione mediatica.
Ad ogni modo passavo le serate (e spesso gli interi weekend) in giro in auto a cercare spot per disegnare e rincasare insonne la mattina seguente per poi dormire buona parte della giornata…un loop continuo durato diversi anni.
Ho frequentato anche la scena rave illegali che al tempo erano ancora discretamente underground e in cui ci trovavi tra i vari sbandati anche diversi writers, le location poi, fabbriche dismesse ed abbandonate, erano un ottimo scenario per disegnare e fare tags.
Vivevo a pieno questa cosa del writing e ricordo con nostalgia le innumerevoli trasferte con i vari compagni di avventura, le nottate passate a disegnare, le prime luci dell’alba, gli appostamenti per studiare le mosse, le ore in stazione…
Cosa fai ora? Riesci ancora a portare avanti il tuo percorso artistico?
Lavoro da una decina d’anni come freelance per artisti, studi ed agenzie in tutto il mondo nel campo del design.
Grazie al lavoro viaggio ed ho avuto la possibilità di muovermi in diversi ambiti e confrontarmi con diverse persone e realtà…sia in ambito artistico sia in ambito commerciale.
Tutto questo mi ha permesso di esprimere la mia creatività su diversi fronti.Ritornando brevemente al tema del writing, in realtà non sono mai stato dell’idea di portare i miei graffiti in un circuito artistico più tradizionale come gallerie e musei per me erano un’altra ‘cosa’, un’espressione destinata ad altri spazi e superfici con le sue regole e i suoi canoni (ovviamente senza nulla togliere a chi ha saputo trasformare i propri disegni in opere e riesce anche a vivere di questo).
A prescindere da questo concetto io porto comunque avanti un percorso artistico personale anche se differente, un’altra tipologia di ricerca a cui riservo la stessa dedizione ed impegno che mettevo nei graffiti. Sicuramente anche in quello che faccio ora ci sarà un’influenza che deriva dal writing ma non è strettamente correlata o cosi palese ad ogni modo credo che certe cose ti ‘segnino’ per la vita…
Vuoi dirci altro di te? Quali altri passioni hai? Cosa ti piace fare?
Sono molto appassionato di quello che faccio e passo molto tempo al pc a studiare o in generale a seguire eventi collegati alla mia sfera ‘lavorativa’. Come dicevo in precedenza spesso mi sposto per motivi di lavoro passando anche diverse settimane all’estero e questo mi permette di scoprire, visitare e conoscere altri luoghi e realtà.
Oltre al ‘viaggiare’ per lavoro e non, mi piace stare in mezzo alla natura e l’universo eno-gastronomico
Qualche aneddoto curioso / divertente dei vecchi tempi?
Legati al mondo del writing ho una nave di ricordi, mille avventure, screzi, soddisfazioni, fughe, incontri e tanti viaggi…Sicuramente un grande classico come aneddoto sono le fughe, ne scelgo una tra le tante…
Una tappa classica dei miei pellegrinaggi era l’Olanda.
Ero ad Amsterdam ospite da un amico olandese (anche lui writer conosciuto durante un’avventura romana qualche anno prima). Una sera si aggiunge a noi un altro ragazzo tedesco in interrail di passaggio per un paio di giorni.
Decisamente ‘provato’ dalla bisboccia della serata precedente il mio amico non aveva la minima voglia di disegnare ma spinto dalle pressioni del nuovo arrivato decise di accompagnarci e ‘palare’ per un’azione veloce in città.Lo spot era tra i più turistici, lay-up in stazione centrale assiduamente colpito da ‘stranieri in gita’ soprattutto nel periodo estivo.
Purtroppo qualcosa andò storto nei 15 minuti di azione e fummo costretti ad uscire previa segnalazione dell’amico di ‘vedetta’. In pochi istanti eravamo per strada ma il sistema di security, discretamente efficiente, aveva capito benissimo che eravamo noi quelli tra i binari e ci ritrovammo a dover correre…la zona era poco affollata ed era difficile disperdersi, ci dividemmo durante la fuga, la pressione aumentò e arrivano i ‘rinforzi’, nel tentativo di nascondermi e depistare i miei inseguitori decisi di entrare in un pub trovato sulla strada.
Sfortunatamente il pub era una specie di corridoio mezzo vuoto…mi resi subito conto di aver dato nell’occhio probabilmente ero visibilmente sfiancato dalla fuga. Ordinai una roba da bere al bancone cercando di fare il ‘vago’… sulla strada fuori dal locale vidi passare per 2 volte nel giro di pochi minuti un’auto della polizia, stava girando per il quartiere probabilmente con l’intendo di cercarmi/ci.
L’oste al bancone mi chiese una roba del tipo ‘è la seconda volta che passano in 5 minuti non è che ti stanno cercando visto che sei entrato correndo?!?’…negai spudoratamente ma credo che la mia farsa non stesse reggendo.
Uscii di corsa dall’uscita opposta del pub che dava su un’altra via e trovai un taxi fermo a bordo strada, salii al volo e mi feci portare in una zona dove sapevo ci sarebbe stata un po’ di ressa il ‘Red Light’ District, onestamente non so se possa essere stata solo una mia paranoia ma appena partimmo si accodò al taxi un’auto della polizia.
Mantenendo un ‘profilo basso’ e cercando di non farmi notare anche dal taxista non ho potuto capire chiaramente la situazione alle mie spalle ma per qualche minuto ho temuto il peggio. Mi feci lasciare davanti ad un peep show ma con la paranoia di essere stato ‘seguito’ entrai nella ‘cabina’ per una ventina di minuti…fino a che il ‘responsabile’ o chi ne faceva le veci mi bussò dicendomi una roba del tipo: ‘Stronzo sei dentro da mezz’ora se non metti i soldi te ne devi andare…”Uscii e ritornai in strada e sulla via di casa incontrai gli amici, tutto era andato ‘liscio’…
Vuoi salutare qualcuno?
MB42 – LF- TB ed i compagni di avventura di Milano,Bergamo e Crema con cui ho condiviso tanto…tracce indelebili nella mia memoria.
Novembre 2021
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