Leo
Ciao Leo, quando e come hai iniziato a disegnare su muro?
Il mio primo pezzo lo feci sulla palestra di San Polo 1989…
La spinta fu una rivista , 5 fotocopie in bianco e nero, che ebbi modo di visionare al CIAK (mi pare si chiamasse così) di Milano, un piccolo locale dove si riuniva la scena hip-hop.
Fu una folgorazione, mentre i graffiti visti nei film mi attiravano e incuriosivano, qui ero in presenza di uno step successivo, qualcuno era passato all’azione.
Decisi che la cosa mi competeva… il resto è storia.
Cosa contraddistingueva quello che facevi? Come si è evoluto il tuo stile col tempo?
La mia prima tag era Skyzo, come tutti i writers cercavo un nome con dei caratteri belli da rappresentare.
Questa fase durò poco, principalmente perché il mio intento iniziale era quello di fare del figurativo, per cui cadeva tutta l’impalcatura stilistica della lettera. Secondariamente, Leo è come mi sento e come mi hanno sempre chiamato.
Conscio che la tag non ha solo una funzione stilistica ma sopratutto quella di mantenere l’anonimato, decisi di correre il rischio e abbandonai ogni resistenza per restare semplicemente Leo.
Sono sempre stato molto attirato dalla tecnica pittorica, in questo la bomboletta ha rappresentato un territorio incontaminato da esplorare, mi sono molto divertito e intendo continuare su questa via ;)…
posso aggiungere che da ragazzo ponevo molta attenzione alla tecnica, oggi l’accento cade sul contenuto pittorico.
Hai qualche ricordo dei primi anni in cui disegnavi? Come si passava il tempo?
Si aspettava una Jam, o per noi anziani uno Zulu-Party, dove poter andare a far vedere quanto spaccava Brescia! Ci tengo a dire che Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova negli anni 90 sono state città molto produttive, in qualità e quantità di opere.
Ma poi non c’era solo il writing, c’era chi ballava, chi rappava, come spero sia ancora oggi!
Tappe fondamentali: l’Excalibur, il campetto di basket, il Palladium, lo snowboard in Gaver.
Cosa fai ora? Riesci ancora a portare avanti il tuo percorso artistico?
Oggi come ho sempre fatto mi diverto molto; nonostante viviamo tempi difficili, credo vi siano enormi opportunità di crescita per l’umanità.
Non creo distinzioni tra ciò che faccio e quello che sono, pertanto non mi rimangono alternative, esprimermi attraverso la pittura è lo strumento migliore di cui dispongo per apprendere, in primo luogo me stesso.
Qualche aneddoto curioso / divertente dei vecchi tempi?
A questa domanda non saprei come rispondere, tali e tante sono le situazioni che si affollano nella mia testa, e credo sia così per tutti quelli che si sono realmente appassionati a una filosofia di vita.
Ma una cosa la dico, è stato bellissimo…ma i giorni migliori devono ancora venire 😉
Vuoi salutare qualcuno?
La CAM la BAP e tutta la scena vecchia e nuova.
Giugno 2020
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