Inqbo

Ciao Inqbo, quando e come hai iniziato a disegnare su muro?

Ciao GraffitiArchivist, ciao a tutti. Grazie per quest’opportunita’.
Ho fatto il mio primo pezzo credo nel 1998 o forse 1999, non ricordo. Fortunatamente non ho mai ritrovato alcuna foto di quel pezzo. Dovrei andare a vedere se c’e’ ancora ma credo sia veramente brutto (si, piu’ brutto degli altri :P).
Ai tempi ero in seconda superiore e sebbene l’idea dei graffiti e tutto cio’ che riguarda la calligrafia fosse per me un topic interesante, non ero mai entrato in contatto con persone direttamente coinvolte in attivita’ di questo genere.
Io vivevo in un paesotto dell’ovest bresciano e non era certo un ambiente con grandi stimoli.
Ad un certo punto pero’ mi ritrovai come compagno di banco il buon vecchio Oneb da Buffalora che era gia’ piuttosto attivo e comincio’ a passarmi cassettine con roba tipo Kaos e i Colle, le foto di graffiti, magari da Aelle o altre fanze.
Li’ mi si apri’ un mondo. Col tempo ci siamo un persi di vista ma gli sono molto grato per il supporto di quei primi anni.
Inutile dire che rimasi molto entusiasta della cosa e parlandone con amici vari scoprii di conoscere altre persone appassionate all’argomento. In particolare in quegli anni giocavo a basket con un ragazzo di Adro che si taggava “Caio”e fu con lui che mi cimentai per la prima volta nel “disegnare su muro” come dite voi ;).
In seguito cominciai a dipingere abbastanza regolarmente con Sisma (con cui ogni tanto torno a fare qualcosa) e Arsen, altre due persone a cui sono certamente grato per un sacco di bei momenti passati.
Poi conobbi altre persone molto in gamba tra i miei compagni di scuola come Treno e Hogre con cui senza dubbio ho avuto molte utili e piacevoli chiacchierate.
Dopo alcuni anni spuntarono siti web che collezionavano foto e quello fece il resto.

Cosa contraddistingueva quello che facevi? Come si è evoluto il tuo stile col tempo?

A me sono sempre piaciute quelle cose un po’ “wild style”. Credo che se chiedessi a mia madre ti direbbe “ghera frece depertut”,
infatti ogni volta che vedeva qualche nuovo pezzo con delle frecce tornava a casa per chiedermi “sei stato tu!?!?”.
Se guardassi i bozzetti che ancora trovo in giro o i pezzi di lettere sparsi nei miei appunti ancora oggi (si, e’ una malattia che non se ne va) direi che le forme delle lettere sono cambiate, ma non credo la definirei un’evoluzione. Un’evoluzione presuppone un cambiamento graduale, una sorta di sviluppo che porti a qualcosa di migliore, mentre per me credo sia solo una questione di reset periodici.
Ogni tanto mi stufo di fare cose in un certo modo e le faccio in un altro ma credo che quel che facevo prima fosse perfettamente OK, semplicemente non mi andava più di farlo. Inoltre non ho fatto molto altro che bozzetti negli ultimi 10 anni (?).
Dopo le superiori cominciai a lavorare nei weekend per pagarmi l’università e quindi il tempo che avevo a disposizione per altro divenne scarso. Posso dire di essermi iscritto all’università per passione, per conoscere qualcosa che mi affascinava molto e questo mi ha aperto un altro mondo, un mondo che ha assorbito moltissime delle mie energie mentali, quindi è stata una transizione molto naturale per me.

Hai qualche ricordo dei primi anni in cui disegnavi? Come si passava il tempo?

Mi ricordo che avevo sempre sonno. Non so perché.
Per il resto, andavo a scuola, dove passavo una buona percentuale di tempo a fare bozzetti perché il pomeriggio avevo altro da fare, ma riuscivo comunque a cavarmela piuttosto bene, tanto che al diploma fui tra i primi cinque della mia classe. Il pomeriggio studiavo qualche ora, non tantissimo ma molto seriamente.
Ero molto interessato ai computer e spendevo una buona quantità di tempo a leggere materiale al riguardo, ero piuttosto interessato al cracking di software e sebbene non facessi niente di utile
ci spendevo del tempo. Così come anche ad imparare altre cose riguardanti la programmazione dei computer. Si, ero e sono un nerdazzo dentro.
Ogni tanto si presentava Sisma a casa mia e andavamo da qualche parte. Poi, si usciva, amici, giocavo a basket, le solite cose.
In generale avevo un sacco di tempo per fare cose da nerd e per coltivare la mia passione per i graffiti.
Mi ricordo che andavo a Cividate in motorino per comprare le bombolette…
Poi ho cominciato a studiare all’università e contemporaneamente a lavorare part-time.
Da lì in poi il mio tempo sembrava non bastare mai così il tempo per i graffiti è via via diminuito, probabilmente per la gioia dei miei genitori… che manco volevano andassi all’università :facepalm:

Cosa fai ora? Riesci ancora a portare avanti il tuo percorso artistico?

Comincerei col chiarire che non ho mai avuto un percorso artistico, anche se altri probabilmente ne avevano uno.
Io ho fatto delle cose che mi piacevano, che mi dava grande soddisfazione fare, ma non ho mai pensato al writing come una questione artistica mentre lo facevo.
Credo che si possa vedere come un fenomeno d’interesse sociale ma ai tempi non facevo sicuramente un ragionamento in questi termini.
Ora mi piace sempre passare un pomeriggio con gli amici ed un po’ di bombolette quando torno a casa, ma sfortunatamente non succede molto spesso.
Per quanto riguarda il mio presente, mi occupo di ricerca scientifica. Praticamente è un continuo
“sfido il buio e sopravvivo” 😀 … prendo una cosa che non so fare e cerco di farla senza farmi licenziare.
A mia difesa va detto che tipicamente sono cose che neanche gli altri sanno fare, quindi non è che si possano lamentare più di tanto.

Vuoi dirci altro di te? Quali altri passioni hai? Cosa ti piace fare?

Vivo a Berlino ormai da diversi anni, quindi sono molto occupato con droga, alcool e dark rooms.
Ora che i club sono chiusi per il Covid guardo i video di Giorgione su youtube per sostituire cattive abitudini con qualcosa di più salubre, tipo il guanciale.
Scherzi a parte, vivo a Berlino ma sono troppo vecchio per fare 48h di seguito chiuso in un club ed anche se faccio solo le 7 di mattina ormai passo le 18h successive tra letto e divano 😀
Per il resto, quando non sono troppo occupato a discutere di temi come quale sia la pizzeria migliore di Berlino, mi piace godermela un po’ per quel che posso. Leggo libri, la roba più disparata a seconda di quello che mi incuriosisce al momento, dal classico della letteratura russa, al libro di Annalee Newitz su antiche città perdute che ho appena ricevuto dal postino.
Cerco cibo gustoso, ancora meglio se viene da qualche bettola o come direbbero alcuni miei conoscenti “hidden gems” ed esploro la città, che essendo molto grande e diversa offre sempre degli spunti interessanti.
In condizioni normali viaggio abbastanza sia per lavoro che per piacere e cerco di nuotare quando posso ma in questo periodo passo ore camminando a caso per la città mentre ascolto podcast — ormai sono in fissa con Alessandro Barbero.
Ogni tanto mi piace ancora comprare qualche “magazine specializzato” sul writing e spendere un po’ di tempo a guardare le fotografie con calma o prendere spunto facendo dei bozzetti.
So che Internet offre molto materiale e mi guardo spesso video dei soliti noti che qui in città fanno cose folli, ma a me piace anche mettermi a sfogliare delle pagine con calma. Forse sono un appassionato di writing lento.
Curiosità: cerco di tenere allenato il mio dialetto bresciano con un’amica che abita vicino a casa mia anche se purtroppo è ormai costantemente contaminato da una serie di parole in altre lingue.
La mia ragazza era un molto preoccupata all’inizio ma dice che finche’ mi tengo alla larga da organizzazioni tipo la Lega per lei è OK 😀

Qualche aneddoto curioso / divertente dei vecchi tempi?

Non so perché’ ma gli aneddoti che mi vengono in mente hanno a che fare con la merda e forse non sono tanto “curiosi” 😀

Cosa ti ha dato il “disegnare su muro” da un punto di vista personale?

Non voglio fare il pippone sul “thinking out of the box”, ma certamente mi ha insegnato che non tutti i boundaries che pensiamo esistano sono sempre come li percepiamo, e sicuramente mi ha insegnato che uscire da questi boundaries comporta dei rischi.
Credo sia importante decidere cosa si vuole fare e sapere che a volte si possono oltrepassare alcuni di questi boundaries, che siano di tipo legale, sociale, o quant’altro.
Grazie al writing ho conosciuto molte persone che gli americani definirebbero “resourceful”. Persone che sicuramente mi hanno aiutato a convincermi che se qualcuno vuol fare qualcosa davvero, una soluzione la trova. Può sembrare banale, ma per un adolescente come lo ero io ai tempi, sicuramente non lo è.
Un’altra cosa su cui sicuramente ho riflettuto è quanto fossimo chiusi mentalmente e ci fissassimo su dettagli irrilevanti per includere o escludere qualcuno da una sorta di cerchia immaginaria mentre di fatto eravamo un po’ tutti degli esclusi. Credo che il sapere di essere stato così miope mi abbia in qualche modo aiutato ad esserlo un po’ meno (non tanto ehhhh) in seguito.

Vuoi salutare qualcuno?  

Un sacco di gente ma non fatemi fare l’elenco, finirei sicuramente per dimenticarmi qualcuno.
Come si dice? saluto tutti quelli che mi conoscono… ho dimenticato qualcuno?
Comunque se qualcuno passasse di qua ed avesse voglia di un po’ di spray ed una birretta si faccia sentire.
Vorrei anche ringraziare le persone che hanno speso il loro tempo per far rivivere i nostri vecchi pezzi attraverso questo sito web.
La trovo un’idea fantastica ed ogni tanto riguardo le mie foto con un misto di disgusto, eccitazione e malinconia 😀

Settembre 2021


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