Fester
Ciao Fester, quando e come hai iniziato a disegnare su muro?
Ciao a te e tutti quelli che leggeranno.
Quando ho iniziato? Credo fu nel 91, avevo sedici anni, pischello e chiaramente e assolutamente sprovveduto su tutti i fronti
I mezzi erano veramente pochi, direi nulli, se non per qualcosa che vidi nelle riviste di skate o nelle fanzine underground dell’epoca, Aelle per citare forse quella più conosciuta fino a quando non divenne un magazine vero e proprio e incline ad altri interessi.
Tecnicamente devo dire però che non c’erano Montana o Clash o Skinny Cap etc, c’erano le CB del colorificio bresciano, al massimo le Duplicolor, pochi colori e qualità diciamo discutibile.
Spesso le recuperavo in un certo modo poco ortodosso, per crear gli Skinny dovevi fare dei magheggi con gli aghi delle siringhe, dopo dieci secondi eran già tappati.
Tornando alle fonti dalle quali attingere, quelle Fanzine e quel modo di creare informazione, davano una mano a smuovere anime che volevano qualcosa di differente:
Per me skateare era già una “ribellione” ma volevo far di più, disegnare era già un’esigenza e andava sviluppata meglio.
Esistevano le Jam fatte a caso, ma prima di parteciparvi attivamente dovetti lavorare molto su come dipingere, quindi ti direi che all’epoca facevo abbastanza schifo, ma con il tempo però imparai, come tutte le cose.
Cosa contraddistingueva quello che facevi? Come si è evoluto il tuo stile col tempo?
La crescita e le tecniche migliorarono dal significativo mio incontro con Leo, Verme e Drom.
Loro facevano parte della (credo) prima vera Crew di puro Hip Hop a Brescia, la C.A.M. (confraternita artisti metropolitani), io non ero parte del gruppo in maniera diretta, ma ci si frequentava e poco dopo che questa si sciolse fondammo la BAP (bestiame al pascolo), con loro ho passato tanti anni a dipingere e a fare tanto altro, ancora oggi siamo in contatto e sento un legame fraterno anche se i tempi sono cambiati. Grazie all’influenza di questi tre Writers (amici in primis), ho trovato la mia cifra, ma mi ci é voluto tempo, loro erano già formati da molto più tempo in termini di stile riconoscibile, Leo e il suo figurativo era inconfondibile, Verme e il suo lettering spinoso e arguto, Drom e le sue poche linee e niente blocchi era leggero e curioso, io non sapevo ancora dove andare.
Stilisticamente posso dire di aver trovato la mia quadra nella rivisitazione dell’alfabeto Katakana (il sillabario giapponese composto da simboli rigidi ad incastro tra consonanti e vocali, nella lingua nipponica é impiegato per trascrivere parole di origine non giapponese), lavorai su quei caratteri distorcendoli a modo mio per comporre lettering simili al nostro alfabeto dandogli una connotazione orientale.
Successivamente cercai di evolverli aggiungendo un leggero 3D.
All’epoca tra chi faceva dei 3D assurdi c’era Sir di Vercelli, non ricordo il nome della sua Crew ma lui era pazzesco, lui fu un’ispirazione. ( SirTwo PDB Crew, NdR )
Hai qualche ricordo dei primi anni in cui disegnavi? Come si passava il tempo?
Lo si passava insieme, si stava tanto insieme e (da non credere) si parlava e non ci si messaggiava perché il cellulare non ce l’aveva nessuno di noi!
Si ascoltava un sacco di musica nelle nostre auto, ricordo che Verme aveva sempre le uscite nuove della roba più figa di New York, credo abbia speso molti soldi in cd.
Parlavamo tanto e si stava altrettanto in ascolto, a volte anche in silenzi lunghissimi, però sempre densi.
La cosa che ricordo con più lucidità erano gli appuntamenti alle 24.00 o anche più tardi per preparare zaini e andare a dipingere.
Ci si sentiva chiamandosi coi telefoni normali e ci si dava gli appuntamenti, si andava, si faceva, si documentava e si tornava felici e gasati, ci andò sempre bene.
Ricordo che sulla linea Milano-Venezia alla stazione di Brescia c’era anche una nostra Hall Of Fame che ora non esiste più per via dei lavori TAV, ci abbiamo dipinto tutti e tanto, ogni tanto ospitavamo qualche altro Writer, crossando pezzi vecchi nostri.
Cosa fai ora? Riesci ancora a portare avanti il tuo percorso artistico?
Ora sono un fotografo, lo sono ufficialmente dal 2002. Mi piace inserire anche il periodo d’assistente passato negli Studi dove ho lavorato prima di mettermi in proprio.
Sono convinto che questo passaggio sia nato dall’evoluzione dell’esigenza del disegnare. Mi sono accorto negli anni di Writing che io non fotografavo mai i pezzi finiti, lo facevano sempre o Verme o Leo, io mai, zero… così un giorno mi decisi e cominciai a fotografare il prima e il durante, i pezzi finiti li fotografavano comunque loro 😀
Cerco di mantenere la mia identità creativa che avevo all’epoca in un altro modo, forma e contenuto.
Il nickname utilizzato come tag, lo ammetto solo ora, non mi piaceva molto.
Mi fu affibbiato nel 94 da un personaggio assurdo che frequentava il posto dove lavoravo, provai a scriverlo e la tag veniva bene e così lo adottai definitivamente.
Il perché di tale nomignolo é presto detto, all’epoca ero barista in birreria e negli anni 90 Dio solo sa quante ore ci lavoravo in birreria dove si fumava dentro, piena di gente che arrivava in motorino e non se ne andava più.
Così, rasato a zero e con le borse per il troppo poco sonno, mi restò quel soprannome, voleva esser la parte finale dell’intervista ma ne tengo un altro di aneddoto, più divertente.
Vuoi dirci altro di te? Quali altri passioni hai? Cosa ti piace fare?
Ho quasi 45 anni, un età divertente ancora, amo tantissimo fotografare e ci metto ancora tanta passione e forza, nonostante ora non si capisca bene che ruolo ricopre un lavoro come il mio.
Mantengo in vita una camera oscura insieme a due colleghi e lavoriamo a pellicola e lo farò finché potrò, vivo in campagna e provo a produrmi il più possibile il cibo dall’orto.
Sono vegetariano da più di dieci anni e mi diverte scoprire quanti piatti e quanta cucina si può inventare con poco, questo mi appassiona molto.
E poi amo lavorare il legno.
Qualche aneddoto curioso / divertente dei vecchi tempi?
Così su due piedi quello più fuori di aneddoto non ha a che fare col dipingere ma più con lo spirito con cui vivevamo le cose all’epoca, ricordo di una “pesca subacquea” a Bergamo alta con altri soci e compagnia bella.
Praticamente, per la voglia di passare una serata insieme (forse dovevamo andare a dipingere o forse no, non ricordo) ce ne andammo in Città Alta a fare un giro, era estate, faceva caldo e l’intenzione era di bere qualcosa da qualche parte, essendo tutti senza un soldo in tasca, “nuotammo” nella fontana di piazza vecchia recuperando più o meno 30.000 lire in monetine per poi bercele in un circolo del posto, fu assurdo, surreale e fantastico e chiaramente un po’ molesto, se ci penso ora mi rendo conto che i “desideri” di altri erano diventati più o meno 6 litri di rosso, buono tra l’altro.
Finimmo la serata scendendo a Bergamo bassa correndo e forse anche rotolando giù da qualche scalino, che roba assurda, credo che a un certo punto poi qualcuno tolse pure il tappo della fontana e si svuotò quasi completamente 😀
Vuoi salutare qualcuno?
Sarebbe una lista infinita, mi limito ai miei compagni di ventura, Leo, Verme e Drom, tutti i Bergamaschi, tutta la MB42, Zeta, Bassi, Bosca, Zampa, Wany… e poi non saprei, vi abbraccio comunque tutti <3
Giugno 2020
Vai alla lista immagini